Il lavoro presentato nell'articolo è volto all’analisi degli aeroporti italiani rispetto al resto dell’UE, in base ai criteri organizzativi, statistici e di economicità. L’Italia è una delle prime in Europa per PIL/Popolazione seguita da Francia e Spagna.
Dopo l’Airline Deregulation Act del 1979 in America è seguita nel periodo ‘86-’97 in Europa una forte deregolamentazione da parte della Commissione Europea la quale è intervenuta per il processo di unificazione aeroportuale in materia di merci, vettori e obblighi di servizio pubblico aiutando anche i piccoli aeroporti non in grado di raggiungere il BEP (punto di pareggio) e regolamentando il nuovo mercato del low cost. Gli indicatori quantitativi riguardano i network di connessione degli aeroporti (partenza - arrivo), volumi di traffico considerando Air side (S), piste di rullaggio di atterraggio e partenza e di rifornimento, di Land Side (D), punti di commercio nell’aeroporto. A parità di AS e di LS, due aeroporti potrebbero comunque avere differenze di domanda (D), di traffico e quindi di redditività per fattori ambientali, sociali e di concorrenza (più aeroporti vicini/aeroporti a raggiera).
La Francia è il Paese con maggiori numeri di scali, di piccoli aeroporti, con 50+mln di passeggeri annui (seguita da Heatrow e Francoforte), per trasporti merci a pari merito con l’Italia; la Germania ha accresciuto il proprio cargo nazionale con strategie Point to Point. Consideriamo ora il wlu o ''work load unit'' secondo cui un passeggero equivale a 100kg: ritroviamo Londra Parigi e Francoforte mentre Fiumicino e Malpensa rispettivamente settimo e quindicesimo posto. Per Betwenness ed essential betwenness (scali principali) figurano soprattutto quelli del nord e centro Europa.
Struttura e analisi delle infrastrutture nel territorio
Secondo lo studio si registra un aumento della media degli scali, di molto, soprattutto in Sud e Centro Italia su uno studio condotto su 44 aeroporti sui 49 presenti. Si è dimostrato come la domanda e il flusso di passeggeri sia ovviamente correlato con la grandezze di air side, calcolato come la media ponderata della superficie delle piste dei parcheggi e del sedime aeroportuale (Malpensa e Fiumicino dominano). La caratteristica di land side, a sua volta, è strettamente collegata per l’efficienza dell’infrastruttura: si è dimostrato come una gestione di tale side sia complementare per la generale efficacia dell’infrastruttura.
L’ENAC ha incaricato ONE Works, Nomisma e KPMG su uno studio della possibilità di margini di miglioramento nel nostro Territorio per land e air side: nel 2011 è risultato che 14 sono gli aeroporti in grado di gestire i flussi presenti (2011) e futuri dei volumi passeggeri a fronte dei 49 Totali e che gli aeroporti complementari cioè per connettività di scali, sono importanti per il raggiungimento di aeree remote o poco trafficate. Lo studio conclude che con singoli miglioramenti con fondi nazionali stanziati si può migliorare l’efficienza dei singoli nodi aeroportuali ma che un Piano aeroportuale generale non mirato non sarebbe sufficientemente efficace.
I finanziamenti pubblici ci sono soprattutto se si considerano le gestioni parziali ovvero gli aeroporti con flussi di persone fino ai 15000 annuali. Si aggiunge anche la BEI che è la banca europea degli investimenti con upgrading infrastrutturali in tutta Italia.
Dalle analisi di gestione si evidenzia come solo alcuni aeroporti, soprattutto i più grandi a gestione totale, abbiano almeno pareggiato i costi in corrente e conto capitale; quelli a gestione parziale ovvero quelli di piccole dimensioni, al nord Italia in particolare, hanno registrato un MOL negativo. Se si analizzano i Ricavi con l’andamento del wlu, si registra come per flussi di oltre 10mln ci siano stati ricavi in calo nel corso del tempo da 14 euro di media per wlu fino ad 8 per wlu. Per i costi, soprattutto gli aeroporti più piccoli sono in calo. Il TAA, o tasso di accumulazione annuo, invero il rapporto tra investimenti al tempo t e le immobilizzazioni materiali al t-1, per gli aeroporti in gestione parziale hanno 6 punti percentuali maggiore rispetto a quelli in gestione totale. ROE, ROI e ROA maggiori per aeroporti in gestione totale.
Il problema, quindi, non riguarda la presenza degli Aeroporti in Italia, quanto più una loro scarsa e mancata gestione competitiva
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